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Pellicole e film per alimenti | Salute e ambiente

Chi non possiede nella propria abitazione una pellicola per alimenti in film trasparente e/o in alluminio?

Avvolgere o incartare cibi per poterli conservare, talvolta trasportare e consumare successivamente o anche semplicemente per poterli conservare è qualcosa di estremamente importante. Oltre che estremamente comodo!

Pellicole e involucri: alternative sostenibili per i nostri alimenti

Se ad esempio dobbiamo prepararci un panino da portare in gita piuttosto che al lavoro, è estremamente utile poterlo incartare velocemente anche al fine di infilarlo in uno zaino o in una borsa e consumarlo quando ci fa più comodo. Oppure abbiamo necessità di chiudere un contenitore contenente cibo (ad esempio verdure, o piatti pronti) che non abbiamo consumato integralmente e vogliamo conservare in frigorifero.

In questi come in molti altri casi estremamente comodo poter utilizzare pellicole per uso alimentare quali pellicole trasparenti oppure pellicole in alluminio.

Pellicole trasparenti e in alluminio | Rischi per la salute

Inevitabilmente, spesso, le pellicole vengono a contatto con il cibo.

Certamente tutte queste pellicole sono sottoposte a rigidi controlli e regolate da specifiche disposizioni normative.

Le disposizioni normative  hanno lo scopo in particolare di verificare che i materiali siano adeguati al contatto con gli alimenti e che quindi non rilascino sostanze che inevitabilmente verrebbero da noi ingerite con il consumo del cibo in essi conservato. 

E’ evidente che superare i test significa rispettare la normativa quindi i limiti di rilascio previsti. Inevitabilmente non significa necessariamente la totale assenza di rilascio.

Semplicemente allo stato dell’attuale impostazione normativa quei materiali sono ritenuti adeguati.

Pellicole trasparenti

Apriamo una parentesi: gli interferenti endocrini

Un dibattito molto acceso tra operatori del settore e scienziati di questi ultimi anni è legato alle sostanze potenzialmente rilasciate in particolare da materiali plastici che possano avere effetti in particolare sul nostro sistema endocrino, ossia di gestione degli ormoni che circolano nel nostro corpo: queste sostanze si chiamano interferenti endocrini.

Interferenti evidentemente perché interferiscono e naturalmente non in modo positivo.

Tra queste sostanze v mi sono ad esempio i PCB, le diossine (prodotte ad esempio dalla combustione della plastica), PFOS, PFOA, pesticidi, ftalati (come il DEHP).

Non abbiamo la possibilità in questo contesto di approfondire questi aspetti, ma se vuoi puoi farlo attraverso una interessante pubblicazione del Ministero dell’Ambiente che puoi trovare al link qui sotto.

Come si osserva, quella stessa pubblicazione suggerisce di fare la massima attenzione ai rischi legati al contatto di materiali di vario tipo con gli alimenti e suggerisce in modo particolare per quanto riguarda le pellicole di utilizzare delle attenzioni. La pubblicazione punta il dito in particolare sulle pellicole realizzate in PVC e con particolare riferimento ad uno ftalato, il DEHP.

La pubblicazione dice anche che il consumo di DEHP in Europa è in drastica riduzione e per alcune applicazioni tra cui le pellicole alimentari i produttori europei lo hanno completamente sostituito.

Ma suggerisce anche di fare attenzione e di controllare sulle confezioni delle pellicole in PVC  le indicazioni sui cibi per i quali sono ritenute adatte e le condizioni di utilizzo.

“Carta stagnola”: le pellicole in alluminio

L’alluminio è un metallo che presenta diverse caratteristiche di tossicità per l’organismo umano. Detto questo, sgombriamo subito il campo dalle polemiche, se utilizzate correttamente, le pellicole in alluminio sono considerate sicure: anch’esse sono sottoposte a specifiche normative e test.

Ma questo vale a condizione che siano utilizzate correttamente. Correttamente significa conformemente a quanto indicato al costruttore, ma in particolare evitando determinate condizioni.

Grazie a cottonbro da Pexels per la foto!

In modo analogo alle sostanze di cui sono costituite o che potrebbero essere rilasciate dalle pellicole plastiche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha chiaramente fissato dei limiti precisi e molto contenuti. 

Lo stesso Ministero della Salute a questo link ha realizzato una campagna informativa.

Come si può vedere, è in particolare importante fare molta attenzione alla tipologia di cibi che possono essere messi a contatto con la pellicola in alluminio. In particolare nel caso di cibi acidi e cibi salati (cibi al limone, pesce sotto sale, prodotti a base di pomodoro) potrebbero aumentare i rischi legati a fenomeni di rilascio del metallo dal materiale al cibo.

Ma non solo: importante anche la temperatura di utilizzo (ambiente o frigorifero): fare quindi attenzione alle indicazioni sul contenitore.

Pellicole trasparenti e in alluminio | Rischi per l’ambiente

Scrive National Geographic in questo articolo: “Anche se la pellicola è economica e conserva a lungo gli avanzi, ci sono diversi problemi: aggrava la crisi dell’inquinamento da plastica, è difficile da riciclare ed è realizzata con composti chimici dannosi, specialmente quando si degradano nell’ambiente.

La pellicola (anche qualche volta può essere utilizzata) rientra sostanzialmente nella definizione di “plastica monouso”: nel senso che viene utilizzata in “pezzetti” e poi buttata. A nostro giudizio, tutto quello che viene utilizzato in questo modo, è più esposto al rischio di dispersione nell’ambiente. Ma molto dipende da chi lo usa!

Fortunatamente, entrambe le tipologie sono riciclabili: è raccomandabile quindi una raccolta separata, nella plastica per le pellicole trasparenti, nell’allumino la cosiddetta “carta stagnola”.

Le alternative ecologiche

Fortunatamente il lavoro di ricerca, sviluppo e innovazione soprattutto negli ultimi anni ha portato allo sviluppo di nuovi prodotti decisamente più compatibili sia con la salute umana che con l’ambiente.

Pellicole biodegradabili e compostabili

Il primo esempio è rappresentato da prodotti come rotofresh una pellicola trasparente realizzata mediante un polimero biodegradabile denominato mater-bi Una famiglia di plastiche biodegradabili e compostabili ai sensi della norma europea EN 13432: puoi trovare un link al prodotto qui sotto.

Involucri in cera d’api

Un altro esempio è rappresentato dagli involucri in cera d’api sempre più diffusi e utilizzati per diverse applicazioni, i cosiddetti Beeswax wraps.

La cera d’api, come noto, è secreta da alcune ghiandole delle api mellifere ed è da loro utilizzata per realizzare i favi ed in particolare le celle esagonali che li costituiscono all’interno delle quali vengono depositati il polline e il miele.

Alcuni esempi sono riportati qui sotto.

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