Parte 2 | Orto biologico: il terreno

Scelta del terreno per l’orto biologico

La prima cosa da tenere in considerazione nella realizzazione di un orto è chiaramente il terreno: le sue caratteristiche e la sua posizione.

Posizione del terreno

Non sempre è possibile scegliere, talvolta la posizione può essere quasi obbligata.

Ma è necessario tenere presente un aspetto fondamentale: l’orto è fatto di essenze vegetali, di produttori primari che vivono principalmente attraverso un processo denominato fotosintesi: hanno inevitabilmente bisogno di luce.

La giusta quantità di luce è un aspetto fondamentale. Dovremo quindi considerare attentamente gli ombreggiamenti prodotti da edifici e vegetazione nell’arco della giornata ma anche nell’arco delle stagioni.

Ma ci sono altri aspetti che possono essere estremamente rilevanti: uno di questi è la pendenza, in particolare in relazione alla possibile formazione di ristagni idrici. L’acqua che ristagna può facilmente creare un ambiente anossico e compromettere la capacità delle radici di respirare (si, anche le radici hanno bisogno di ossigeno) e creando un ambiente eccessivamente umido che può compromettere la corretta fisiologia della pianta e favorevole allo sviluppo di patogeni ma anche la vita stessa dei microorganismi del suolo, che svolgono una azione essenziale nel mantenimento della sua fertilità.

Caratteristiche del terreno e fertilità

Anche le caratteristiche del terreno sono importanti, anche se non sempre può essere facile intervenire.

orto biologico: preparazione terreno
Grazie per la foto a Goumbik da Pixabay

Tralasciando i tecnicismi, e considerata la natura di orto “domestico” e non professionale, gli aspetti più rilevanti sono i seguenti:

  • tessitura e caratteristiche fisiche del terreno: la “granulometria”, ossia la dimensione delle particelle che lo compongono: un terreno può essere più o meno argilloso, limoso o sabbioso (aumentando la tessitura). Chiaramente diverse saranno le caratteristiche in termini di drenaggio, quindi di capacità di trattenere acqua e nutrienti, di fertilità, ecc. A questo link (fonte: wikipedia) trovi una rappresentazione che può darti una idea.
  • quantità di sostanza organica “grezza”: sovesci (vegetali interrati), letame, ecc.; è il serbatoio di sostanza organica utile (humus) per il futuro.
  • quantità di nutrienti: sono i cosiddetti “minerali”, in particolare azoto, fosforo, potassio (macronutrienti) ma anche altri minerali necessari in piccole quantità ma molto importanti (microelementi quali ferro, manganese, zinco, ecc.).
  • quantità di “humus“: è la sostanza organica “elaborata”, ossia resa utilizzabile dalla pianta. Deriva dalla sostanza organica grezza attraverso la sua degradazione e rielaborazione ed è costituito dalla sua integrazione con argille ed elementi minerali presenti nel terreno. Per questo è fondamentale nella definizione del grado di fertilità del terreno. L’humus è scuro, ha caratteristiche colloidali (aggreganti) che gli consentono di trattenere macro e microelementi, ossia principi nutritivi.
  • presenza di vita: non dimentichiamoci che un buon terreno è un piccolo ecosistema, la presenza di piccoli organismi terricoli (quali i lombrichi) è di estrema rilevanza per il mantenimento delle sue caratteristiche fisiche e la sua fertilità.

Sono tutti aspetti molto importanti da tenere in considerazione sia nella fase di pianificazione e preparazione dell’orto, sia nelle successive fasi di gestione e mantenimento.

Laddove possibile, in fase di preparazione, si raccomanda di intervenire (es. con aggiunta di sabbia o di sostanza organica grezza), poichè il grado di successo nella realizzazione dell’orto sarà in misura importante determinato da questi aspetti.

La fertilità di un terreno di un orto non dipende unicamente dalla quantità di humus; è piuttosto legata all’insieme delle sue caratteristiche fisiche (tessitura e circolazione di aria nel suolo), biologiche (sostanza organica e humus) e chimiche (macro e micro nutrienti).

Caratteristiche meteoclimatiche della zona

Sulle caratteristiche meteoclimatiche del nostro orto non sarà facile intervenire!

Battute a parte, è chiaro tuttavia come questo sia un aspetto di estrema rilevanza.

Non lo possiamo modificare ma dobbiamo tenerlo in elevata considerazione, sia in funzione della scelta degli ortaggi che dei relativi tempi di impianto e di gestione nelle fasi di vegetazione e produzione, nelle scelte dei tempi di irrigazione, ecc.

Preparazione del terreno

Come avrai già intuito, il terreno per l’orto richiede una preparazione.

Non hai bisogno di molto, ma certamente avrai bisogno di una vanga, di una zappa e di un rastrello, quest’Ultimo molto utile per la lavorazione fine del terreno.

La preparazione del terreno è finalizzata in particolare a:

  • eliminare la eventuale vegetazione presente;
  • modificarne le caratteristiche fisiche in modo da renderlo meno compatto;
  • arricchirlo di sostanza organica.

Dissodamento

Il terreno che non è già stato adibito ad orto o coltivato può facilmente avere due caratteristiche: essere pieno di vegetazione, essere compatto.

La vegetazione deve essere preventivamente rimossa (sfalciata) e successivamente sarà interrata dissodando il terreno.

Il terreno compatto non è favorevole alle colture: il motivo è da ricondurre in particolare alla porosità ridotta, che rende difficile alle radici di penetrarvi e alla ridotta disponibilità di spazio per acqua e nutrienti, nonchè per tutti gli organismi terricoli di cui abbiamo parlato. La compattazione avviene prevalentemente camminandoci sopra, motivo per cui nel seguito vedremo come sia importante creare spazi nei quali evitare di camminare.

Inevitabilmente, come avrai intuito, è necessario prendere in mano una vanga!

Beh, se hai la possibilità, una valida alternativa potrebbe essere un motocoltivatore (fai attenzione: una motozappa non è sufficiente e non è in grado) dotato di un attrezzo quale un aratro.

In tutti i modi il terreno deve essere dissodato (vangato o arato). Una volta dissodato deve essere zappato fino a ridurre le zolle a dimensioni abbastanza ridotte.

C’è però una buona notizia: se procedi come indicato nel seguito non avrai necessità di vangare ogni anno!

C’è però una buona notizia: se procedi come indicato nel seguito non avrai necessità di vangare ogni anno!

Fertilizzazione

Le piante, quindi gli ortaggi, sono produttori primari, quindi sono in grado di ricavare carbonio e idrogeno direttamente dalla fotosintesi.

Hanno tuttavia molto bisogno anche di altri macro e micronutrienti organici e minerali, quali azoto, fosforo, potassio, magnesio, calcio, zolfo.

Come si è detto il terreno deve essere fertile e ricco di sostanza organica in grado di apportare nuovo humus.

Per questo motivo una operazione importante da non dimenticare è l’aggiunta di sostanza organica in forma di stallatico, letame, compost, ecc. Questi materiali dovranno essere mescolati al terreno e interrati.

Il sovescio

Una tecnica interessante è quella del sovescio: consiste nella semina di un certo numero di essenze erbacee che raggiunto un determinato stadio di sviluppo (fioritura) sono sfalciate e poi interrate.

Il sovescio presenta numerosi e importanti vantaggi: è in grado infatti di migliorare le caratteristiche fisiche del terreno (in particolare grazie agli apparati radicali delle colture), le caratteristiche biologiche (grazie alla sostanza organica apportata) e le caratteristiche chimiche (si pensi ad esempio alle leguminose e alla loro capacità di apportare azoto al terreno).

Per questo motivo il sovescio deve essere effettuato con essenze vegetali ben selezionate e appartenenti a determinate varietà.

Dove trovo i semi per il sovescio? In commercio esistono soluzioni già pronte:

  • se il tuo orto è di piccole dimensioni (es. 50 – 100 mq) come quella riportata a questo link;
  • se il tuo orto è di grandi dimensioni (es. 400 mq) a questo link oppure a questo link.

Preparazione degli spazi di coltivazione

Un aspetto importante in funzione delle fasi successive di coltivazione è la gestione dello spazio: in particolare la suddivisione dello spazio dell’orto in zone definite “aiuole” che potranno avere carattere permanente.

Le aiuole andranno naturalmente ad accogliere gli ortaggi e su di esse non dovrai camminare. Rimarranno destinate sempre a tal fine: per questo si chiamano “permanenti“.

Ovviamente avrai necessità di muoverti tra gli ortaggi, per questo tra una aiuola e l’altra andrai a creare dei “corridoi di transito”, dei piccoli sentieri, sui quali camminare.

Di quale dimensione? Le aiuole di un metro circa, i sentieri di 30 – 40 cm massimo.

Le aiuole saranno più rialzate dei sentieri di 15 – 20 cm, anche al fine di allontanare l’acqua in eccesso.

Pacciamatura

Per poterti garantire il carattere di permanenza delle aiuole è abbastanza importante la pacciamatura.

La pacciamatura consiste sostanzialmente nel ricoprire il terreno con materiale che impedisca la crescita di erbe di ogni genere, la formazione di una crosta superficiale, il parziale compattamento: con paglia, geotessuto, teli di vario materiale, cartone, ecc.

Volendo mantenere il più possibile “bio” e sostenibile il tuo orto, potresti optare per la paglia. Non essendo sempre facilmente reperibile, puoi utilizzate un geotessuto.

Se vuoi realizzare delle aiuole (o “prode”) di circa 1 m di larghezza (come abbiamo fatto noi), la cosa migliore è utilizzare un telo di 1,5 m di larghezza circa, come quelli indicato qui sotto.

Il primo è una versione biodegradabile.

Quelli che seguono sono invece versioni “standard”.

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