Direttiva UE prestazione energetica
Saremo obbligati a ristrutturare casa?
È una notizia che si sta diffondendo parecchio in questi giorni quella secondo la quale l’Unione Europea starebbe lavorando ad una direttiva che Potrebbe addirittura arrivare ad obbligare alla ristrutturazione diversi edifici.
- Ma da dove nasce questa direttiva?
- Quali sono i suoi contenuti?
- Quali i destinatari e gli eventuali soggetti obbligati ad interventi di ristrutturazione?
Fit for 55
Per prima cosa la direttiva si inquadra nel pacchetto denominato Fit for 55, una serie di proposte legislative per raggiungere entro il 2030 gli obiettivi del cosiddetto “green deal” ed in particolare la riduzione dei gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo net zero cioè arrivare alla neutralità di carbonio (Carbon neutrality) entro il 2050.
Cosa c’entrano gli edifici?
Ma perché intervenire sugli edifici nella riduzione del carbonio in atmosfera?
Gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra.
Hanno quindi un ruolo chiave nel raggiungimento dell’obiettivo climatico, anche perché chiaramente sono molto numerosi: solo in italia si stimano (dati ENEA) in 12 milioni e 400 mila circa, con circa 32 milioni di abitazioni.
Di questi quasi il 65% ha più di 45 anni; il 90% circa ha almeno 30 anni.
In Unione Europea l’80% dell’energia consumata dalle famiglie è utilizzata proprio per il riscaldamento ed il raffrescamento delle abitazioni e per la produzione di acqua calda.
Chiaramente quando si parla di edifici quindi di riscaldamento o raffrescamento questo significa consumo di energia termica quindi in forma di gas o elettrica.
In particolare il gas comporta chiaramente anche emissioni di gas serra durante la combustione (CO2).
Ma tra le motivazioni della direttiva c’è anche l’aumento del prezzo del gas: edifici meno performanti e fortemente dipendenti dal gas perché poco isolati, chiaramente sono più svantaggiosi e mettono l’intero paese in condizione di svantaggio. È chiaro che il modo migliore per intervenire sul prezzo del gas sarebbe quello di ridurne complessivamente la domanda.
Classi energetiche: come funziona?
Quali sono le attuali classi energetiche dagli edifici?
Come sappiamo la classe energetica di un edificio è definito da un documento che prima si chiamava attestato di certificazione energetica ora si chiama attestato di prestazione energetica.
È un certificato che illustra le caratteristiche dell’edificio in termini dimensionali e di ubicazione, la classe e l’indice di prestazione energetica a cui appartiene, il tipo di fonti energetiche utilizzate, gli impianti presenti ma anche gli eventuali interventi raccomandati di riqualificazione energetica.
La prestazione energetica dell’edificio è qualificata attraverso una serie di classi che vanno dalla G, che è la meno efficiente, alla A4 che è la più efficiente. Nell’attestato è anche riportata la prestazione energetica del fabbricato in modo sintetico e suddivisa tra le due stagioni invernale ed estiva.
Italia: quale la situazione?
È abbastanza drammatica: la gran parte degli edifici appartiene alle classi F e G.
La gran parte degli edifici italiani sono quindi in termini di energetici purtroppo dei colabrodo, che continuamente richiedono elevati apporti termici per poter soddisfare il proprio fabbisogno energetico.
Da quando scatteranno questi obblighi?
Il prossimo 24 gennaio 2023 inizierà l’iter che dovrebbe portare all’approvazione della direttiva sugli edifici da parte del Parlamento Europeo.
Sarà solo un primo passo poiché la direttiva dovrà essere anche recepita dai singoli stati. È chiaro quindi che l’iter non sarà prevedibilmente bravissimo.
Ma è chiaro anche il fatto che la Direttiva richiede anche altri strumenti per una reale implementazione quali ad esempio incentivi economici adeguati. Per molti cittadini italiani la casa rappresenta l’unico patrimonio.
Il primo obiettivo importante dichiarato è arrivare al 2050 con tutti gli edifici residenziali a emissioni zero (NZCB – Net Zero Carbon Building). Edifici cioè che consumano poca energia e quella energia è prodotta in modo sostenibile, rinnovabile.
Ma qual è la road map? In quali tempi e con quali modalità si vorrebbe arrivare a questi obiettivi?
Vediamo in sintesi la bozza attuale.
Si osservi come la priorità è data in particolare agli edifici con le prestazioni più basse in assoluto e che quindi hanno il potenziale maggiore di miglioramento e di riduzione dei consumi di gas.
Nuovi edifici:
- dal 2027 tutti i nuovi edifici pubblici
- dal 2030 tutti gli edifici residenziali
dovranno essere ad emissioni zero
Edifici esistenti:
- proprietà di enti pubblici: 01 gennaio 2027 almeno la classe di prestazione energetica F; e 01 gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica E;
- gli edifici e le unità immobiliari non residenziali, diversi da quelli di proprietà di enti pubblici, 01 gennaio 2027 almeno la classe di prestazione energetica F; e 01 gennaio 2030, almeno la classe di prestazione energetica E;
- gli edifici e le unità immobiliari residenziali 01 gennaio 2030 almeno la classe di prestazione energetica F; e 01 gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica E.
𝗔𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲! 𝗦𝗲𝗯𝗯𝗲𝗻𝗲 𝗹𝗮 𝗯𝗼𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗹𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶, 𝗽𝗲𝗿 𝗴𝗹𝗶 𝗲𝗱𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶 𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗰𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘂𝗹𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗯𝗶𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶 (Consiglio Europeo, ottobre 2022) 𝗰𝗼𝗻 𝗶 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗲𝗻𝘁𝗶: – 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗶𝗹 𝟮𝟬𝟯𝟬 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗹𝗮 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗘; – 𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗶𝗹 𝟮𝟬𝟯𝟯 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗹𝗮 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗗.
Dovranno essere poi gli stati membri a definire il calendario per le classi energetiche più elevate.
Chi sosterrà i costi?
Ma chi sosterrà i costi di questa transizione così importante ma anche così onerosa?
Beh questo se vogliamo è un po’ il cuore della questione e che ha portato alla ribalta l’argomento in questi giorni anche in vista del prossimo 24 gennaio in cui è prevista l’approvazione.
Si legge nel testo della direttiva: “Gli Stati membri saranno tenuti a sostenere il rispetto delle norme minime di prestazione energetica con un quadro di sostegno adeguato che comprenda sostegno finanziario, assistenza tecnica, eliminazione di ostacoli e monitoraggio degli impatti sociali, in particolare sulle persone più vulnerabili.”
e ancora: “I piani [nazionali, ndr] presenteranno una panoramica delle politiche e delle misure nazionali che coinvolgono e proteggono le famiglie vulnerabili, alleviando la povertà energetica e garantendo l’accessibilità economica degli alloggi.”
Non è dato oggi conoscere le modalità di sostegno che potranno essere previste in termini di incentivazione finanziamenti e quant’altro, anche se è chiaro che questo rimane un aspetto cruciale anche in termini di efficacia della direttiva stessa perché evidentemente stiamo parlando in tutti i casi di interventi costosi.
Conclusioni
Non voglio assolutamente entrare sulla polemica politica in corso sull’opportunità o meno di spingere i cittadini a ristrutturare. Ne voglio discutere dei meccanismi Che inevitabilmente si metterebbero in moto a livello di mercato immobiliare.
Certo è che come già evidenziato più volte in particolare in questo articolo, la gran parte del gas che viene utilizzato in Italia non è utilizzato nella produzione di energia, quindi non è utilizzato dalle centrali, come facilmente si potrebbe pensare: è utilizzato proprio a fini di riscaldamento.
Come, in che modi e in che tempi non lo so, sarà la politica a definirlo ma una cosa è certa su questo tema è opportuno ed urgente intervenire.
Sembra comunque evidente come introdurre un obbligo di questo genere porti con sé la necessità di fornire un aiuto importante in termini di incentivi soprattutto alle fasce popolazioni più in difficoltà.
Certo attenzione ad un aspetto: i tempi ormai sono maturi e questi temi saranno sempre più rilevanti a prescindere da questa direttiva: metto in guardia quindi tutti i possessori di edifici perché attenzione, sarà inevitabile un meccanismo di mercato che premierà gli edifici più performanti per cui sarà nell’interesse di tutti i possessori di edifici spingere il più possibile verso performance più elevate.
Quello che è certo, cioè, è che la strada è ormai tracciata.
Direttiva o meno, che i tempi siano o meno quelli indicati, è chiaro che una rivoluzione edilizia se vogliamo chiamarla così è ormai alle porte.
La direttiva (proposta) e gli allegati
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